giovedì 1 dicembre 2011

La voce della Dottoressa Patrizia Gentilini

Dati interessanti, anche se molto allarmanti, sono quelli evidenziati dalla dottoressa Patrizia Gentilini, oncologa presso l’ ospedale di Forlì dove si è occupata sia di Prevenzione-Diagnosi Precoce che di Terapia dei tumori. Partecipa, attivamente, facendone parte, all’ Associazione contro Leucemie, Linfomi, Mieloma (AIL) sezione Forlì-Cesena, con l’incarico di vice presidente e all’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia).
La dottoressa Gentilini afferma che in base a studi recenti, l’Italia detiene il record sull’incremento dei tumori infantili rispetto all’Europa. In Italia aumentano del 3,2% all’anno nei primi dodici mesi di vita, mentre negli Stati Uniti crescono al ritmo dello 0,6% all’anno e la morte è trasmessa ai neonati dal corpo delle loro madri.
L’oncologa denuncia, inoltre, falsificazioni di documenti utilizzati da pubbliche associazioni per negare gli effetti degli inceneritori sulla nostra salute e per occultare le nuove fabbriche di tumori. Nel comunicato stampa del ventennale dell’Associazione Medici per l’Ambiente del 25 novembre 2010, si vuole portare a conoscenza di tutti e denunciare il fatto che sono stati modificati i risultati di studi scientifici in documenti in uso ad associazioni pubbliche, per attestare la presunta innocuità degli impianti di incenerimento dei rifiuti. Si fa riferimento ad un documento in particolare : il Quaderno N. 45 di ingegneria ambientale. Il documento a firma di Umberto Veronesi, Michele Giugliano, Mario Grasso e Vito Foà, è stato ripreso dalla Regione Sicilia e da altre Regioni, quali la Regione Toscana e altre Province in Italia. L’impatto sanitario è sviluppato a pag. 54/55 a firma di Vito Foà: nel documento sono presi in esame 4 studi, tutti riportati in maniera non corretta. In particolare per lo studio condotto in Inghilterra, di Elliot, in prossimità di 72 inceneritori, è riferito che non è stata trovata alcuna diversità di incidenza e mortalità per cancro mano a mano che ci si allontanava dalla sorgente emissiva.

Quello scritto nel lavoro originale di Elliot è esattamente il contrario, perché viene riportata, per l’esattezza, una diminuzione statisticamente significativa, mano a mano ci si allontanava dall’impianto di incenerimento per tutti i cancri: il tumore allo stomaco, al colon retto, al fegato e al polmone, quindi mano a mano che ci si allontanava dagli impianti il rischio diminuiva. 
Nella versione italiana è stata aggiunta una negazione in modo da capovolgere il significato del lavoro.


Un altro esempio è lo studio condotto in prossimità dei due impianti di incenerimento di Coriano a Forlì . E’ stata analizzata la popolazione residente per circa 14 anni, dal 1990 al 2003/2004, e i risultati che ci sono stati, sono stati estremamente importanti per quanto riguarda le donne. In pratica si arriva fino a un aumento del 54%, questo l’andamento della mortalità per cancro alla mammella, al colon retto, per cancro allo stomaco, in base al livello di esposizione. C’è una coerenza innegabile tra aumento del rischio e aumento del livello di esposizione; questo risultato, certamente molto importante, viene sottaciuto nel paragrafo che riguarda l’impatto sanitario dell’incenerimento, in modo da sottostimare questo rischio che è di fatto assolutamente di rilievo.
L’ultimo rapporto dell’OMS afferma che la probabilità di avere una diagnosi di cancro oggi riguarda il 50% della popolazione adulta, mentre nel rapporto precedente del 2006 riguardava il 25% in meno della popolazione. Nel 2030 il cancro sarà la prima causa di morte.


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