mercoledì 30 novembre 2011

Un caso controverso: l'inceneritore del Gerbido a Torino

Le caratteristiche dell'inceneritore di Gerbido
Il termovalorizzatore del Gerbido è un impianto per la combustione di rifiuti solidi urbani (RSU) residui dalla raccolta differenziata e di rifiuti speciali assimilabili agli urbani (RSA).Il calore di combustione dei rifiuti sarà recuperato e convertito in energia elettrica e termica (cogenerazione), da immettere nelle reti elettriche e di teleriscaldamento. Tale impianto è stato progettato e pensato per rispondere alle problematiche inerenti alla grande quantità di rifiuti presenti nel territorio torinese (5.668.000 m3).




Le voci pro inceneritore
Il primo protagonista della controversia riguardante l'inceneritore è il TRM ( Trattamento Rifiuti Metropolitani), la società che ha ottenuto l'affidamento per progettare, costruire e gestire il primo termovalorizzatore dei rifiuti urbani della provincia di Torino.
Il TRM sostiene infatti che, durante il funzionamento dell'impianto, non ci sarà alcuna generazione di odori sgradevoli in quanto, nel progetto originario, la società si è impegnata ad escluderne, con apposite misure e modalità, la diffusione.
Tali misure si esplicano nel fatto che la sede nella quale vengono scaricati e stoccati i rifiuti risulta costantemente in depressione rispetto all'ambiente esterno: infatti l'aria maleodorante entra nell'impianto e viene inviata ai forni, dove partecipa al processo di combustione, perdendo la sua caratteristica odorigena.
Altro aspetto importante, richiamato da Bruno Torresin, delegato del TRM, è che il termovalorizzatore del Gerbido è stato progettato secondo le tecnologie più moderne, il che favorisce non poco la sostenibilità ambientale.
Voce nel coro pro termovalorizzatore è anche quella proveniente dall'ambito comunale (Dealessandri), che ha spiegato come la progettazione dell’impianto abbia avuto un occhio di riguardo per la minimizzazione dell’impatto ambientale e ha sottolineato pure l’impegno per la sicurezza.




Le voci contro l'inceneritore
Quindi, mentre da una parte sono schierati i costruttori e le autorità - Comune (Dealessandri), Provincia (Saitta), Trm (Marsaglia, Torresin), Ato-rifiuti (Foietta) - dall’altra i comitati rappresentati nel «Coordinamento ambientalista rifiuti del Piemonte», contrari senza se e senza ma. 
Secondo il "Movimento 5 Stelle" di Torino (un gruppo di cittadini attivi alternativi a tutte le ideologie e a tutti i partiti) gli inceneritori in realtà inquinano, sprecano risorse e rappresentano un costo significativo per la collettività. Inoltre tale coalizione sostiene che la loro realizzazione rappresenti unicamente un business economico rilevante per chi li gestirà.
La loro posizione trova origine in quegli  studi e pareri scientifici, che sostengono la pericolosità degli inceneritori per la salute pubblica ( incremento tassi di mortalità, cancro, e altre malattie).
Per loro un'alternativa fattibile c'è: si tratta del trattamento meccanico-biologico a freddo, il quale eviterebbe la produzione di diossina e la spesa ingente in denaro; esso, trovandosi economicamente in attivo, produrrebbe combustibile, concime e sabbia, e tutto dopo aver recuperato  e quindi riciclato i rifiuti.
Inoltre il trattamento sopra citato favorirebbe l'occupazione in quanto è basato sul lavoro di divisione dell'immondizia da parte di operatori umani.


 



martedì 29 novembre 2011

La situazione europea nel campo degli impianti di termovalorizzazione

L’Unione Europea (UE) ha disposto, attraverso la direttiva 2000/76/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, apposite misure per prevenire e ridurre l’inquinamento provocato dagli inceneritori. Queste misure prevedono l’obbligo per gli impianti di ottenere dalle autorità competenti l’autorizzazione per svolgere la loro attività . In tale direttiva inoltre sono stabilite le condizioni di esercizio di tale attività da parte dei gestori, i valori limite di emissione nell’atmosfera, l’installazione obbligatoria di sistemi di sicurezza che permettono di tenere sotto controllo i parametri di esercizio, le sanzioni in caso di infrazione alle disposizioni della direttiva. 
Sono state inoltre attuate modifiche successive a tale direttiva :
- la decisione 2006/329/CE della Commissione relativa al questionario da utilizzare per le relazioni concernenti l'applicazione della direttiva 2000/76/CE sull'incenerimento dei rifiuti;
- la direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento).

Gestione dei rifiuti in Europa – 2001 
Nazione
Riciclo
Incenerimento
Discarica
Altro
Austria
60%
10%
30%
1%
Belgio
35%
34%
27%
4%
Francia
25%
32%
43%
0%
Germania
42%
22%
25%
11%
Italia
17%
9%
67%
8%
Paesi Bassi
45%
33%
8%
14%
Regno Unito
12%
7%
80%
0%

Link utili per capire la situazione e l'attivazione a livello europeo, per quanto riguarda gli impianti di termovalorizzazione e la gestione dei rifiuti:





Un parere d' Oltre oceano

Il parere di Paul Connet, docente di Chimica Ambientale St. Lawrence University di New York, e ideatore della strategia “zero waste”


lunedì 28 novembre 2011

Metodi alternativi? C'è Thor!



Il Thor è l’ultimo sistema ideato e sviluppato interamente in Italia dalla ricerca condotta dalla Società ASSING SpA di Roma e convalidata dall’equipe del dottor Paolo Plescia del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e rappresenta una soluzione pratica e economica allo smaltimento dei rifiuti .
Thor, che sta per Total house waste recycling, è una tecnologia basata su un processo di raffinazione meccanica dei materiali di scarto, che vengono trattati in modo da separare tutte le componenti utili dalle sostanze dannose o inservibili. Come un mulino, l'impianto riduce i rifiuti a meno di dieci millesimi di millimetro, producendo una materia omogenea, purificata dalle parti dannose, utilizzabile come combustibile. Questo impianto non è termico ma meccanico e permette dunque di poter essere acceso solo quando serve . Inoltre esso, a differenza dell’inceneritore, comporta un costo decisamente inferiore .  
Ma come mai, dati gli immensi vantaggi e le innumerevoli utilità, del Thor non se ne vede nemmeno l'ombra e quasi non se ne fa menzione?
Le parole di Paolo Plescia sembrano non lasciare dubbi: egli dichiara, essendo titolare esclusivo del diritto derivante dalla sua invenzione, secondo la norma del dls del 10 febbraio 2005 n.3, di aver “già affidato l’utilizzo della sua “creatura” in mano privata perché vengano realizzati impianti per rifiuti speciali, da affidare sempre a società private”.
Stante tali risposte, ancora non ci è dato sapere se sia stato ceduto a qualche ditta straniera, o se il progetto sia stato celato nella sua attuazione per ragioni di carattere multiplo.



Conclusione: uno slogan per il futuro

Lo scontro rimane aperto e la controversia continua: la speranza rimane quella che, prima o poi, si possa arrivare ad una verità condivisa da tutte le parti